Boy Erased: riparare è cancellare - MiX Festival Internazionale di Cinema LGBTQ+ e Cultura Queer

La Sala Astra del Cinema Anteo ha accolto la proiezione in anteprima di Boy Erased – Vite Cancellate di Joel Edgerton, in uscita il giovedì 14 marzo, e non potevamo proprio perdercela! La serata è stata organizzata da Universal Pictures in collaborazione con la nascente rivista Pride Online e con la partecipazione del Festival MIX Milano.

Il libro “Boy Erased: A Memoir of Identity, Faith and Family” di Garrard Conley è la base del film e descrive l’esperienza del giovane Jared all’interno di un istituito dove vengono applicate le terapie riparative per “curare” l’omosessualità.

Il cast di Boy Erased

La  voce di Troye Sivan da il la che accompagna la spensierata infanzia del protagonista all’inizio del film. Il cantante è infatti parte del cast dei ragazzi e le ragazze tra le mura dell’istituto. Già attore in X-Men Origins: Wolverine e nella trilogia Spud, Troye ha dichiarato che ha attinto qualche ingrediente dalla sua vita reale per il ruolo. Ha costruito il personaggio con il regista come un ragazzo costretto alle regole delle terapie perché aveva uno stile di vita apertamente gay, ma che mantiene il suo pensiero e non si lascia schiacciare.

Due figure fondamentali nella vicenda sono i genitori di Jared, Russel Crowe e Nicole Kidman. Il primo, rigido pastore e capofamiglia, porta la negazione dell’omosessualità del figlio come un fardello di cui altri si devono occupare. I suoi sguardi sono silenziosi, imperanti e chiusi dalla dottrina. La Kidman è una mamma dolce e premurosa quanto oppressa. La sua felicità è un riflesso di quella del marito e ne è cosciente nel profondo.

Lucas Hedges, interprete di Jared, riesce a mostrarci con i suoi silenzi e le sue espressioni quasi anonime la confusione di chi non si sente amato, del provare a cambiare senza risultati e dell’incomprensibilità degli insegnamenti. La personalità del personaggio si appiattisce in quei colori chiari, cremosi e immacolati dell’istituto. Nei flashback, innescati dai “compiti per casa”, invece capiamo di che c’è di più: la voglia di vivere e di rischiare, la fantasia e il timore dei sentimenti che non riesce a esprimere ma sa di provare.

La terapia riparativa

Il focus di tutta la vicenda di Boy Erased è l’ignoranza su quello che avviene nella “scuola”. L’autore Garrard Conley ancora oggi, dopo 14 anni di distanza dalla sua esperienza, ammette che il tempo non ha cancellato il trauma. Ora è un’attivista che mette a servizio il suo vissuto per esprimere solidarietà a chi è stato sottoposto alla terapia e per mostrare la verità dei fatti: le persone che continuano ad attuare queste violenze spesso non sono mostri ma parte della stessa comunità LGBTQ.

In 36 stati americani la terapia di conversione non è proibita per legge, questo nonostante numerosi dati confermino che sia dannosa per l’individuo:

  • chi è sottoposto alla terapia rischia di tentare il suicidio otto volte tanto rispetto ai giovani LGBTQ, sei volte tanto di soffrire di depressione grave, tre volte tanto di far uso di droghe e di essere colpiti da malattie sessualmente trasmissibili (dati della Campagna per i Diritti Umani);
  • i rischi includono ansia, depressione e comportamento autodistruttivo (American Psychiatric Association).

Perché vederlo?

Boy Erased è un film autentico nelle dinamiche ma soprattutto necessario perché ci mette davanti a una pratica di washing che colpisce direttamente l’individuo. Questa è una delle minacce che, in quanto comunità, deve far accendere in tutt* noi una sirena di allarme, portare consapevolezza, riflessione e rende evidente il richiamo al #MoreLove