5 fotograf* internazionali che stanno rivoluzionando il racconto della queerness - MiX Festival Internazionale di Cinema LGBTQ+ e Cultura Queer

A lungo oscurate dalle narrazioni mainstream, le persone queer hanno da sempre trovato nell’arte un mezzo che permettesse loro non solo di esprimersi in maniera libera e autodeterminata, ma anche di creare dei ritratti che compensassero l’assenza di discorsi capaci di mantenere insieme, in modo corretto, la complessità della queerness. Ancora oggi sono molte le identità a non essere incluse nei dibattiti pubblici. Grazie al loro lavoro, quest* 5 fotograf* internazionali ci permettono di riconoscerci in scatti che danno voce a mondi in grado di sovvertire qualunque stereotipo o preconcetto.

Matthew Morrocco

 

 
 
 
 
 
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Matthew Morrocco è un fotografo e artista multimediale che vive e lavora a New York. I suoi scatti esplorano la relazione tra sessualità, famiglia e religione e indagano le modalità con cui l’intersezione di questi elementi contribuiscono a sviluppare il carattere e l’identità di una persona. Avvicinatosi alla fotografia per caso, dopo aver comprato un reflex usata in uno dei mercati più popolari di Beijing, dove si trovava per studiare la lingua cinese, Morrocco è spesso presente nelle sue stesse opere, che più che politiche definisce in constante dialogo con la storia e l’estetica. In Complicit, progetto del 2012, il fotografo realizza un’etnografia di uomini anziani per mostrare come il desiderio erotico non conosca confini anagrafici.  Morrocco stesso compare in alcuni scatti, quasi una presenza invadente, per accogliere e seguire quel desiderio. Uno dei modelli si mette in posa, un altro snobba la macchina da presa. In tutti riconosciamo una seduzione a cui non siamo abituat*, frutto della capacità di saper coltivare il proprio passato.    

   

   

   

   

 

 

   

 

 

   

 

 

 

   

 

   

 

   

 

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 Clifford Prince King

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Clifford Prince King è un fotografo nero queer autodidatta dell’Arizona. Nei suoi scatti il punto di partenza per esplorare il desiderio, l’intimità e la vita quotidiana delle persone sieropositive è la sua stessa esperienza. Le immagini di King raccontano una confraternita di uomini che da subito si distaccano dall’idea machista del cameratismo, sovvertendo gli stereotipi e inserendosi in una narrazione più queer. I modelli – i suoi amici, i suoi compagni – sono infatti inseriti perlopiù in contesti di vita domestica, dov’è la cura dei gesti a far da padrona. Dopo la diagnosi di sieropositività, King si è concentrato sul tentativo di comprendere quale fosse l’eredità de* artist* che con il proprio lavoro hanno cercato di rispondere alla pandemia di Aids degli anni Ottanta. Rifugiandosi nelle parole e nelle immagini di chi un tempo ha condiviso la sua stessa esperienza, ha sviluppato un linguaggio personale con cui affrontare la propria storia.   

   

   

 

 

   

 

 

   

 

 

 

   

 

   

 

   

 

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Emmie America

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Emmie America, che su Instagram si descrive come “una ragazza la cui vita è stata presa da un dittatore”, è una fotografa e attivista russa, la più giovane della storia a realizzare una cover per l’edizione locale di Vogue. I suoi scatti sono sfacciati e spesso provocatori e, nonostante sia convinta che non tutto debba essere politicizzato, molte sue opere realizzate nell’ambito moda riescono ad avere una forte connotazione rivoluzionaria. Nel 2021, insieme ad altre 25 persone vestite da poliziotti, è stata arrestata per aver scritto la parola “libertà” in cirillico sulla neve all’interno di un parco pubblico di Mosca.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Laurence Philomene 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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“Per me, la queerness non riguarda solo la sessualità, ma soprattutto la creazione del nostro senso di famiglia”, scrive l’artista non-binary Laurence Philomene, che con il suo lavoro mette in discussione i concetti di androginia ed espressione di genere. I suoi scatti, connotati da un uso particolarmente saturato e cinematografico del colore, raccontano gli anni di formazione di una persona trans e indagano le infinite modalità con cui “maschile” e “femminile” possono coesistere al di fuori del binarismo di genere. Affascinat* dal potere che il colore ha nell’evocare emozioni, ritrae le persone trans della sua comunità nel modo in cui desiderano essere viste.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ottilie Landmark

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ottilie Landmark è una fotografa danese, ora stabile a Londra, il cui lavoro è incentrato sull’identità e sulla sessualità femminile.  Landmark si descrive come una donna che “crede nell’equitazione, nella vita dopo l’amore e nelle altre donne”. Come fotografa, parte del suo processo si concretizza nell’essere più in sintonia con le modelle con cui lavora, senza trattarle come oggetti voyeuristici. “La fotografia è voyeuristica ma il potere non può essere solo di chi fotografa, deve essere anche di chi viene fotografato”. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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