Preceduto dagli interventi di attivisti LGBTQ+ delle repubbliche russe introdotti da Yuri Guaiana, rappresentante di ALL OUT in Italia
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Un racconto coraggioso, questo di David France, di quelli che fanno venire i brividi. Gli orrori mostrati non sono frutto di invenzione. La caccia LGBT si è aperta in Cecenia nel 2017. Tutto nasce durante un raid antidroga, dopo che alcuni poliziotti hanno rilevato materiale gay sullo smartphone di un ragazzo: è l’inizio di un incubo. Come per Anya, lesbica di 21 anni, «scoperta» dallo zio e ricattata da questi: «Se non fai sesso con me, dico tutto a tuo padre». David Isteev, direttore della rete russa LGBT, organizza - assieme alla sua squadra - continui interventi affinché persone come Anya possano avere eguali diritti umani; il Canada, ad esempio, ha accettato diversi rifugiati LGBT ceceni, cosa che non ha fatto l’amministrazione Trump negli Stati Uniti. Il lavoro di France ha finalmente scalfito un gigantesco muro di omertà, innalzato su una comunità rimasta per troppo tempo in silenzio forzato; soffocata con disumanità assolutistica da quei «governi» che col passare del tempo stanno diventando sempre più «tossici».