5 artist* queer internazionali che stanno cambiando il mondo della musica - MiX Festival Internazionale di Cinema LGBTQ e Cultura Queer

L’ampia presenza di artist* LGBTQ+ tra le nomination dei Grammy di quest’anno dimostra non solo quanto la cultura stia cambiando, mostrandosi più inclusiva, ma anche il vasto impatto che le persone queer hanno sul mondo della musica e sulla creazione delle nostre canzoni preferite. Di seguito, una lista breve e non esaustiva di alcun* musicist* internazionali assolutamente da ascoltare.

Arlo Parks

Musicista, cantante e poetessa londinese, Arlo Parks racconta che a scuola si sentiva “come quella ragazzina nera che non sapeva ballare, ascoltava troppa musica emo e si invaghiva di una ragazza nella sua classe di spagnolo”. Oggi ha 21 anni e nonostante per molte persone sia la voce della Generazione Z, lei stessa specifica di “essere di quella generazione ma di non parlare per tutt* coloro che ne fanno parte. Ci sono così tanti individui e priorità e personalità”. Parks, che annovera Sylvia Plath e Joni Mitchell tra le sue inspirazioni, è capace di coniugare l’alta poesia dei testi delle proprie canzoni a basi musicali radicate nella cultura urban, che fondono l’indiepop con un RnB vellutato.

Lil Nas X

Fenomeno rivelazione del 2019 con il singolo “Old Town Road”, dopo tre anni Lil Nas X continua a rivoluzionare il mondo musicale. Afroamericano e omosessuale, con i testi e i video delle proprie canzoni sta cambiando la rappresentazione degli uomini gay afrodiscendenti nel rap, definendo la sua queerness tramite modalità alternative di essere maschio e Nero. Il rapper di ventidue anni, arrivato per diciassette settimane consecutive in vetta alla Billboard 100, ci ha regalato traccia dopo traccia il racconto di una vita difficilmente catalogabile, a metà tra pop, hip hop e r’n’b.

Mykki Blanco

Artista, poeta, attivista per i diritti LGBTQI+, Mykki Blanco – che ha recentemente fatto coming out come persona non binaria – è nat* come un progetto artistico, prima ancora che musicale, ispirandosi a personaggi come Patti Smith e Richard Hell. L’amore per la poesia l’ha poi convint* a cominciare a rappare, lasciandogli scoprire quanto musica e teatro avessero in comune. “So che rappo per la maggior parte del tempo nei miei dischi, ma non penso di fare musica hip hop. I miei lavori sono qualcosa di più complesso. Mi sento più simile ai cantautori”, spiega parlando delle sue canzoni, apparentemente leggere e irriverenti. Il suo lavoro e la sua capacità di generare nuovi punti di vista nel dibattito americano l’hanno res* un* artista capace di influenzare il mondo ben oltre il settore discografico.

Allison Ponthier

Dopo essersi diplomata alla scuola di Jazz e aver deciso di trasferirsi dal Texas a New York City, Allison Ponthier ha scoperto che il genere che si era ripromessa non avrebbe mai più suonato nella vita è stato quello che le ha permesso di esprimersi al meglio: il country. Anche se a sentire lei, la sua musica è più “un pop alternativo con ispirazioni folk degli anni Settanta”. Salita alla ribalta con il singolo “Cowboy”, ha a lungo cercato altrove un modo per raccontare e raccontarsi la normalità dell’essere lesbica, prima di trovarla finalmente nel proprio talento.

Hayley Kiyoko

Hayley Kiyoko crede fermamente in una rappresentazione musicale accurata e inclusiva, come ha sempre cercato di costruire lei stessa da quando ha fatto coming out pubblicamente con il suo singolo”Girls Like Girls” del 2015. Oltre a scrivere le sue canzoni, Kiyoko dirige attivamente i propri videoclip, noti per il cast inclusivo e le storyline queer. Il suo pop leggero e fresco riesce a trattare temi universali raccontandoli da una prospettiva nuova e poco rappresentata nel panorama musicale. 

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