“Smettila di dire bugie” è questo il presupposto da cui è partito l’autore del romanzo: “Non mentirmi”. Il mestiere dello scrittore per certi versi consiste nel dire bugie, ciò consente di inventare mondi fantastici, immaginare fatti irreali.
Ma in questo libro Philippe Besson dà voce al suo passato: raccoglie le forze e si mette a nudo consegnandoci la sua storia d’amore più importante, per la prima volta nero su bianco.
Una storia d’amore breve e travolgente
Tra le pagine Philippe, autore e co-protagonista del romanzo, ci accompagna nella sua adolescenza in una piccola città francese a metà degli anni 80, quando l’omosessualità è un tabù e l’aids il “cancro gay”. Qui, all’ultimo anno di liceo, conosce Thomas.
Philippe è di buona famiglia, pronto a onorare le alte aspettative riposte in lui: studi brillanti, grandi prospettive di carriera. Thomas è introverso e solitario con un’apparente sicurezza imperturbabile, ma troppo fragile e tormentato per accettare la sua vera natura. E con un destino già inequivocabilmente segnato: lavorare nell’attività agricola di famiglia.
Diversi, eppure magnetici. Forse perché alla fine tanto diversi non sono, entrambi si sentono “fuori posto”, di non appartenere a quel luogo. In futuro Philippe si riscatterà, mentre Thomas rimarrà a guardare. A pensarci bene questo libro non racconta solo di una breve, seppur travolgente, storia d’amore adolescenziale, ma ci offre due percorsi di vita opposti. E ci fa riflettere, ci fa scegliere.
La battaglia interiore di Thomas
Un cauto interesse reciproco avvicina i due liceali, poi le prime esperienze sessuali e la voragine di nuove sensazioni: il desiderio, le infinite possibilità di fronte a sé l’emancipazione da una adolescenza che stava scomparendo. E così inizia una relazione che si consuma nell’assoluta segretezza in luoghi nascosti quanto insoliti, come un capannone sperduto o un vecchio ripostiglio abbandonato. Ma è un amore che deve fare i conti con la battaglia interiore di Thomas: l’ansia di essere sbagliato, la paura di essere visto, o forse la paura di essere felice. Un sentimento sconosciuto e spaventoso, presto censurato.
Non resisterà. La vita li porta a fare scelte molto diverse e quell’amore clandestino non è destinato ad esprimersi.
Dopo un quarto di secolo…
25 anni dopo Philippe è un noto scrittore che viaggia il mondo per raccontare i suoi romanzi. Un incontro casuale risveglia la memoria di Thomas, che in realtà è sempre stata lì: nella sua mente, nelle sue opere. Un momento unico, rivelatorio, che fornisce ipotesi a interrogativi lasciati per tanto tempo senza risposta. Troppo. La possibilità di riallacciare un rapporto si presenta violentemente davanti a Philippe, ma come si ricomincia dopo un quarto di secolo? La vita ci cambia e ci trasforma, ci ostiniamo a confermare le nostre decisioni, a giustificare le nostre scelte, ad aspettare occasioni che non capitano.

Un romanzo senza filtri
Credo che la potenza di questo romanzo stia proprio nella sua autenticità: non ci sono epiloghi da favola o finali romanzati ma la descrizione puntuale di una esperienza pura, senza filtri, senza nascondersi dietro personaggi fittizi. La scrittura è scorrevole e istintiva, ma allo stesso tempo contiene i dettagli e l’emotività spiazzante di chi quell’amore incompiuto, l’ha vissuto sulla propria pelle.
Un’autobiografia di solo 150 pagine, snella ed essenziale, eppure ogni parola è al suo posto: né più né meno per raccontare una storia, che potrebbe essere quella di ognuno di noi. Finalmente senza più bugie.